Il Millennial pink è l'antitesi del rosa confetto


Il rosa non è più il colore delle bambinette che odiavamo da piccole (io in particolare sono sempre stata un maschiaccio con le mani sempre sporche di colori), è un colore che ha origini piuttosto antiche e che è riuscito ad affermarsi come riferimento di una generazione genderless. Nelle prossime righe vi racconterò cos'è il Millennial Pink e come si sta impadronendo di tutto!

Occhio a non chiamarlo rosa confetto. Direi piuttosto che si tratta del suo opposto, non tanto per cromatismo, quanto per diffusione e applicazione. Non è il colore del bon ton, anzi è il colore di una generazione che non vuole più essere circoscritta da preconcetti e che quindi inonda di rosa tutto ciò che la circonda: moda, design, tecnologia. Ma perché e come è tornato così alla ribalta. Alcuni ritengono che molto si debba al film Grand Budapest Hotel di Wes Anderson, in cui questo colore era il padrone della color correction (persino l'Hotel era un tripudio di rosa), mentre secondo altri l’ascesa è iniziata grazie ad Apple che nel 2015 aveva introdotto la versione “oro rosa” dell’iPhone. In realtà già l’anno precedente diversi noti marchi di design scandinavo tiravano fuori dal cassetto arredi tondeggianti e morbidi in queste tonalità marshmallow.


Non solo! Nello stesso anno il Color Marketing Group, di cui fa parte anche Pantone, scelse come tinta del futuro il cosiddetto Shim, un rosa beige. Si trattava di una prima versione del Millennial Pink e il nome lasciava trapelare un animo genderless: shim non è altro che la fusione dei pronomi femminile e maschile in lingua inglese she e him. Il Millennial Pink dunque non è solo un colore ma potrebbe essere considerato un manifesto, un modo di apparire che, come la generazione che rappresenta (quella dei millennial appunto), non è neanche facile da definire e non ama le definizioni! Questo aspetto è dimostrato dal fatto che alla domanda che rosa è? spesso si risponde dicendo cosa non è: non è fucsia, non è Barbie, non è Puccie (questa è difficile ma ci sarà pure chi se la ricorda), non è Barbapapà e neanche la pantera rosa; è un rosa sufficientemente pallido tendente al beige a cavallo tra il fard delle dive e una trota salmonata.

Tornando seri, perché negli interni funziona così bene? Perché è un colore che ha tutti i pregi del basic – sobrio, abbinabile, matchabile – e in più regala luminosità agli ambienti e rilassa gli animi. Autorevoli ricerche affermano che questo colore sia in grado di calmare anche neonati urlanti. Fatemi sapere se succede davvero :)
Insomma è davvero una nuova interpretazione di ciò che può essere ritenuto à la page e sano, concetti che  la neutralità del beige e l’austerità del grigio non riescono in nessun modo ad eguagliare.